29 gennaio 2013

Noches en "Casa Patas"

                  Tablao di flamenco a Madrid:  I più prestigiosi maestri spagnoli


http://youtu.be/4hbhkIWSX-Q



Notti magiche a Madrid in Casa Patas.

Notti meravigliose passate con  i  miei figli  ed i miei  amici più  cari davanti ad uno  spettacolo  che ti rapisce,  ti entra nel  sangue e ti commuove

Il Duende, così si chiama l'energia che sprigiona dai ballerini.

 Per Federico Garcia Lorca, uno dei maggiori poeti spagnoli: “il duende è un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare. Ho sentito dire da un vecchio maestro di chitarra: «Il duende non sta nella gola; il duende sale interiormente dalla pianta dei piedi». Vale a dire, non è questione di facoltà, bensì di autentico stile vivo; ovvero di sangue; cioè, di antichissima cultura, di creazione in atto. Questo «potere misterioso che tutti sentono e nessun filosofo spiega» è, insomma, lo spirito della terra…”.

Nel flamenco, una voce non deve essere bella, ma fare male: non deve piacere, ma ferire come un pugnale, un grido straziante che sorge dalle viscere e proietta l’ascoltatore nell’estasi sacra del duende.

 Il duende: “potere misterioso che tutto il mondo sente e che nessuna filosofia spiega … un potere e non un modo di fare, una lotta e non un pensiero… non è questione di capacità, ma di stile vivente, di una vecchissima cultura, creazione in atto… non è nella gola, sale all’interno a cominciare dalla pianta dei piedi ” (Federico Garcia Lorca).

Il  Duende " E’ celato nel sangue", dicono i gitani.

28 gennaio 2013

Una giornata "così"

Oggi va così!  Come questa giornata di pioggia battente; come ogni  lunedì che segna l'inizio di una nuova settimana di lavoro; come una confezione di uova rotte nella borsa della spesa; come aspettare la risposta di una lettera ricevuta via mail e alla quale ho dovuto rispondere con tutta la diplomazia di questo mondo per cercare di  non "peggiorare" ulteriormente i rapporti  - già disastrosi - che ho con il mittente; come stare al cinema e sentire la puzza del vicino  di poltrona.................Insomma.. avrete capito che è  una delle mie (poche per fortuna) giornate no!!
Sfoglio il programma del circolo culturale al quale mi appoggio, di  tanto in tanto, per visite guidate a musei, mostre di pittura o escursioni in città  d'arte e vedo che,   il Chiostro del Bramante, ospita  una grande mostra sui capolavori della dinastia Brueghel che ripercorre la storia della più importante stirpe di artisti fiamminghi attivi tra il XVI e il XVII secolo, attraverso oltre 100 opere tra dipinti, disegni e grafiche. Le opere, provenienti da importanti collezioni private e musei italiani e stranieri - tra cui il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Tel Aviv Museum of Art,  la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il Museo di Capodimonte di Napoli rappresentano  quanto di più bello si ricolleghi a questi pittori.
Non  dista molto dal mio ufficio e gli orari  possono coincidere con la mia pausa pranzo (magari sforando di una mezz'ora).


         "Trappola per uccelli"



       "Pieter Brueghel il Vecchio"


      


  "Proverbi Fiamminghi"


Andrò a vedere questi capolavori fiamminghi e mi soffermerò sul quadro  di  Pieter il Vecchio "Proverbi Fiamminghi" dove viene rappresentata una sorta di "paese dei proverbi" dove la realtà delle attività  quotidiane è  tradotta in azioni  che riflettono la follia e i vizi  della vita umana.
Chissà se attraverso le sue immagini potrò riuscire ad interpretare e dare il giusto senso a questa giornata!

See you soon











 
 
 

18 gennaio 2013

Testamento biologico



Volti tristi, gente che aspetta nella sala d' attesa in silenzio l'orario in cui si potrà  accedere in quel lungo e stretto corridoio asettico, dove affacciano tante finestre chiuse e riparate da  tende che non lasciano trasparire cosa succede al di là.
Arriva una infermiera e dice di indossare dei camici di carta, dei copriscarpe e delle cuffiette e raccomanda di non restare più di  qualche minuto nel  reparto dove sono loro, i dormienti, coloro che giacciono nei loro letti  immobili, presi dal sonno del  nulla, e per alcuni di loro  del  non  ritorno. Il  coma.
Soltanto un leggero  movimento dei tubi collegati alla loro bocca e al loro cuore fa capire che la vita c'è  ancora .
E' ora d'entrata. L'infermiera apre una ad una le tende che coprono i vetri lasciando vedere ai parenti i loro cari. Soltanto qualcuno potrà entrare all'interno di quella stanza e saranno  coloro che hanno  avuto la fortuna di vedere il loro famigliare tornato alla vita, uscito dal coma.... gli  altri resteranno  dietro la finestra.
Sono rimasta impietrita dietro quel  vetro!
Ognuno  di loro intubato per poter permettere ai polmoni di respirare, tanti monitor che registrano ogni funzione vitale,   flebo attaccate alle braccia per essere alimentati, maschere d'ossigeno su quei  volti addormentati e dall'espressione serena,  quasi come stessero facendo il  più  bel  sonno  ristoratore. Tanti vegetali, privati della loro dignità  di essere umano.
Nel  mio caso ero lì in visita ad un caro componente della famiglia al quale era stato indotto un coma farmacologico per permettergli  di riprendersi  da un trauma subito, quindi  con  la consapevolezza che di lì  ad un paio di  giorno tutto sarebbe tornato nella norma, ma tutti gli altri?? Da quanti giorni, mesi o anni erano  in  quello stato? E le loro famiglie?? Ci si potrà mai  rassegnare a vedere un figlio, un padre, un marito in quello stato? E se loro potessero rendersene conto lo vorrebbero veramente??!
E' giusto essere tenuti in vita così? Io non lo vorrei MAI!!
Giusto il giorno  prima che ciò  accadesse avevo avuto modo  di leggere circa la possibilità di  un "Testamento  Biologico" che ognuno  di noi può compilare (si può  stampare il modulo da internet) ed affidare ad  un notaio in presenza di un testimone, il  quale provvederà all'autenticazione ed alla conservazione del  documento  nel  caso dovesse succedere qualcosa di grave.
"Il testamento biologico (detto anche: testamento di vita, dichiarazione anticipata di trattamento) è l’espressione della volontà da parte di una persona (testatore), fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell’eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.!"
Questa è  l'introduzione che precede un modulo  di  ben cinque pagine nelle quali il testatore lascerà  tutti i suoi dati, tutte le richieste ad essere informato del suo stato di salute, a declinare incarichi ad eventuali  altre persone affinchè  possano  decidere per lui/lei nel caso in cui  non dovesse essere cosciente, le terapie a cui  verrà  sottoposto e ad essere libero di poter decidere della sua vita e quindi autorizzare la sospensione di cure  farmacologiche o di macchine che dovessero tenerlo  in vita artificialmente.
Tutto ciò non lo avevo tanto preso in considerazione,  anche perchè si pensa sempra che a noi non dovrà  mai servire, ma la visita in quel reparto mi ha fatto molto riflettere.
Intanto ho stampato questo modulo e me lo sono  letto e riletto mille volte. Trovo che sia una bella cosa poter avere la possibilità decisionale della propria vita senza dover permettere accanimenti terapeutici per malattie terminali che comunque non porterebbero ad alcuna risoluzione e quindi...... perchè  no??!!
Nel  frattempo il mio famigliare si è  ripreso del  tutto ed è  stato dimesso dal reparto di rianimazione.
See you soon

11 gennaio 2013

Sindrome Avio Priva

Essere donna dovrebbe significare eleganza,  gentilezza,  sapersi porre con dovuti modi e maniere verso  il prossimo ,  insomma..... tutte quelle cose che dovrebbero fare  di noi donne l'essenza della femminilità.
Purtroppo, invece, è  sempre più frequente imbattersi con  delle diavolesse!!
Sgarbate, ammusonite e pronte all'insulto,  soprattutto quando sono  alla guida della propria auto.
Sarà mica un'epidemia dovuta alla Sindrome Avio Priva???!
 
 
 

4 gennaio 2013

A Rachma con tanto affetto

Quella mattina entrai nel  reparto di pediatria alle 8  di mattina, come facevo da alcuni  mesi, per organizzare il lavoro dei  volontari  della associazione onlus per l'assistenza ed  il gioco dei bambini, (di cui  ero stata promotrice ed organizzatrice in collaborazione con  il primario del reparto ed i vari pediatri dell'ospedale), quando vidi venirmi  incontro la capo sala che mi disse di seguirla nel  suo ufficio  per parlare di un problema.
Durante la notte era stata ricoverata una piccola bimba egiziana di circa 3 anni, o  almeno questa era l'età che sembrava potesse avere visto che,  la giovane mamma che la accompagnava, non aveva alcun documento che potesse attestare la sua data di nascita. La piccola si rifiutava categoricamente di mangiare e camminare. Beveva soltanto the ed acqua e,  qualche volta, accettava dalla sua mamma qualche nocciolina o patatine in busta. Bisognava intervenire e capire,  dopo  aver escluso qualsiasi forma di malattia, il rifiuto al cibo di questa bambina. Il fatto che non camminasse (anche se sapeva farlo) stava indebolendo la muscolatura delle gambe e di lì  a poco avrebbe creato problemi molto seri. Serviva la collaborazione delle ragazze che prestavano il loro servizio di volontariato affinchè questa piccola paziente potesse essere seguita con il gioco e tutto l'affetto possibile.
Dopo che Lucia -  questo era il nome della capo sala - mi ebbe illustrato la situazione, andammo  nella sua stanza. 
Un visino smagrito contornato da tanti capelli ricci, due occhi grandi e neri come il velluto, lo sguardo triste, un corpicino esile  vestito  da una lunga maglietta dove risaltavano due piccoli orsetti colorati e tanti cuoricini, i suoi piedini scalzi,  era lì, seduta su un vecchio passeggino vicino alla sua mamma, una donna sui 25 anni  che portava in grembo un altro figlio e che se ne stava sdraiata sul letto destinato alla figlia   sfogliando un giornale di gossip, quasi come non fosse stato  suo il problema di quella bimba!
Il suo nome era Rachma ed era bella come il sole.
Da quel momento cominciò un lavoro di equipe che non lasciò sola  la piccola neanche un istante.
Mentre i medici lavoravano per  la sua salute fisica, noi volontarie cominciammo  a prenderci cura di lei non lasciandola sola neanche un istante. Il gioco, le coccole, il teatrino  delle marionette, i libri di favole illustrati e il contatto fisico, magari soltanto tenendole la piccola e smagrita manina durante l'illustrazione di una fiaba...
Le infermiere addette alla mensa cominciarono a preparare per lei delle cose particolari: magari un budino, o un frullato di frutta, un passato di verdure, persino il gelato pur di avere il piacere di vederle aprire la bocca ed ingerire qualcosa... ma tutto era vano, o quasi. Nei momenti di grande fame voleva la sua mamma che le avrebbe dato le solite porcherie da mangiare.
Passarono alcuni giorni ed io avevo  tanta  voglia di vedere quegli occhi illuminarsi di un sorriso! Magari se avesse ricominciato a sorridere le sarebbe anche tornata la voglia di mangiare e di camminare cominciando a correre incontro alla vita!
In quel periodo vivevo al nord e,  vicino  alla mia casa, c'era una grandissima serra con un intero reparto dedicato alla vendita dei pesci da acquario. Pensai di comprarne qualcuno e portarlo a Rachma. Scelsi i più colorati, cominciando dal pesciolino rosso a quelli  più  buffi e variopinti.
Ne presi 6  e li feci mettere in una grande boccia rotonda. Comprai  il mangime ed un grosso colino che sarebbe servito per catturarli nel momento in cui andava cambiata l'acqua. Caricai tutto sulla  mia auto e mi avviai in ospedale. Dentro di me avevo una grande speranza: quella di vedere una qualche reazione -  anche piccola - che mi facesse capire che la voglia di vivere di quella bimba potesse  essere riaccesa.
Arrivai al  reparto e chiesi a Lucia il permesso di poter attuare il mio progetto: prendere un carrello - di quelli che servono per il trasporto delle vivande - dove avrei  messo la grande boccia acquario piena di pesciolini  ed il colino per catturarli e potermi recare nella stanza di Rachma. Ebbi il consenso e così, dopo aver chiamato due delle volontarie già presenti in reparto, diedi il via  alla "missione pesci della speranza".
Quando mi vide entrare non si rese ben conto di cosa stesse succedendo. La presi amorevolmente in braccio e la portai vicino al piccolo  acquario. Non credo  avesse mai visto un pesciolino, perchè la sua espressione fu alquanto incredula. Cominciò a guardarli sempre più  incuriosita dai loro guizzi e dal  loro correre quando gli gettavo una piccola quantità  di mangime. Provai  a darle qualche granulo di cibo e l'aiutai a gettarlo in acqua e vidi che le piaceva osservare i pesci che acccorrevano  per mangiare. Provai ad allontanarla e lei, con la sua piccola mano,  mi indicò la boccia e con il suo busto si sporse verso quel  contenitore pieno di allegri e variopinti pesciolini. Dentro di me esplose una gioia immensa: stavo avendo dei risultati. Decisi di passare  al passo successivo: cambiare l'acqua ai pesci!
Mentre le altre due ragazze intrattenevano Rachma, che cominciava  a sembrare divertita davanti a quella boccia,  mi arrotolai le maniche e, preso il colino, lo immersi in acqua catturando un primo pesciolino che trasferii subito in un altro recipiente riempito precedentemente. Un sorriso meraviglioso illuminò quel visino quando quando li vide cadere nell'altra bacinella piena d'acqua e riempì il mio cuore di una gioia indimenticabile.
Da quel giorno  in poi, quando la mattina arrivavo in reparto trovavo Rachma ad aspettarmi. La mettevo seduta sul carrello portavivande insieme alla boccia dei pesciolini e andavamo nella sua stanza a "cambiare l'acqua ai pesci"!! Che divertimento e che gioia quando cominciò  ad affondare il suo braccino nell'acqua cercando di afferrarli!!
Pian piano cominciarono ad arrivare i  primi progressi. Cominciò a mangiare qualche gelato, la frutta e anche la pasta -  che sembrava piacerle particolarmente -, a muovere dei passi aggrappandosi alla mano delle volontarie o alla mia. Restò con noi più di un mese e, finalmente, quando fu dimessa, aveva ripreso quasi totalmente le sue normali funzioni motorie ed alimentari.
Soltanto dopo qualche giorno ci fu detto che la piccola Rachma, nata da un  parto gemellare in coppia di un maschietto ( che morì appena nato),  fu abbandonata per circa 8 mesi in un ospedale in attesa (o nella speranza) che anche lei morisse. Furono questi lunghi  mesi di solitudine, silenzio, privi di qualsiasi atto d'amore e di contatto fisico con la sua mamma  che portarono  la piccola a non amare la vita, il cibo, la voglia di vivere. Chissà se sarebbe stato così con il suo fratellino gemello se a morire fosse stata Rachma??  Mi sembra di ricordare che in certi Paesi nascere DONNA è soltanto una condanna!!
 
See you soon
 
 
 
 
 
 
 

1 gennaio 2013

Benvenuto 2013

Non so se i  festeggiamenti ed i fuochi  d'artificio di questa notte fossero più per la gioia di togliersi di torno il vecchio  anno che,  diciamocelo,  è  stato  veramente rognosetto con  tutti i  problemi che ci sono  stati  tra crisi,  disoccupazione,  terremoti, alluvioni, il  governo dei tecnici, l'aumento dell'IVA, l'IMU e chi più ne ha più ne metta... oppure per accogliere te, caro  Signore dell'Anno che verrà!
Io,dalla scorsa mezzanotte, ti sto odorando e trattando con molta deferenza! Non ti conosco e così sto  cercando di cogliere il tuo profumo, pian piano,  senza invadenza....proprio come quando mi  viene presentato uno sconosciuto. Anche se da sola,  ho apparecchiato la tavola con  la tovaglia più bella, i bicchieiri  di cristallo ed i  piatti di Limoge. Ho  acceso le candele per rendere la casa più calda ed accogliente perchè sai,  ci tengo proprio a fare una gran bella figura con  te. Potresti essere uno che certe cose le nota e poi chissà quanto avrai viaggiato per arrivare fino a noi  e quanti ostacoli avrai dovuto superare per poter essere puntualissimo e arrivare alla mezzanotte precisa. Nè un  minuto di più nè un  minuto di  meno!
Non ti nascondo che ci terrei veramente tanto, ma tanto tanto,  ad entrare nelle tue grazie! 
Avrei  tanti progetti e tanti desideri per i mesi  che verranno e magari chissà, se ti resto simpatica, potrei  sperare di  realizzarne qualcuno.
Ad esempio vorrei riuscire a far chiudere la pratica per andarmene in pensione. Mi  mancavano 4 settimane di contributi (pari a 20 giorni  lavorativi)  al  31.12.2011, prima che la Sig.ra Fornero si inventasse la legge degli esodati, ma.......li  ho trovati sai?? Ho  recuperato un anno di  versamenti che se ne stavano  fermi  e zitti presso l'Inpdap senza che nessuno li  avesse mai  passati all'INPS e così sarei tranquilla! Non dovrei aspettare ulteriori  5 anni, non  andrei  più  a lavorare e potrei cominciare a dedicare un pò più di tempo a me stessa ed ai miei  figli.
Un'altra cosa che vorrei è  quella di sapere che i miei ragazzi possano continuare a vivere in  buona salute e con  il loro lavoro, tanto guadagnato con studio e sacrifici. 
Vorrei  che il  loro sorriso continuasse ad illuminare la mia vita e a farmi sentire  viva.
Vorrei sapere che ci sono speranze affinchè il nostro Paese possa riprendersi,  assicurando così lavoro per i nostri giovani e, tutti coloro che vivono solo  di stipendio, possano offrire una vita dignitosa alle loro famiglie.
Vorrei che la scienza facesse ancora dei grossi passi avanti per sconfiggere il cancro e tutte quelle malattie (sempre troppe!!) che continuano a strappare vite di qualsiasi età.
Vorrei che i bambini del terzo mondo,  e non solo, non debbano più morire di fame.
Vorrei che finisse questo assurdo femminicidio che sta devastando  e macchiando di disonore il nostro Paese.
Vorrei poter passeggiare per la strada, o starmene tranquilla nella mia casa, senza il timore di poter essere aggredita e derubata anche per soli 50 euro.
Vorrei che tornasse la pace in  questo mondo devastato  da guerre..................
Insomma............forse è  meglio che mi fermi qui, altrimenti potrei sembrarti pretenziosa!
Facciamo in modo di diventare amici Signore dell'Anno  che verrà, e poi vedremo di risolvere una cosa per volta, giorno per giorno.
Io  so aspettare sai?! Non ti metterò  fretta! Un  anno  è  lungo e, se vorrai, avrai tutto il tempo necessario.




Chiudere il 2012 alla grande!

La sera del 30 Dicembre 2012 si è  conclusa con la telefonata di mio  figlio che mi  avvertiva di non poter cenare con  me e mi  chiedeva se l'indomani  mattina avrei potuto comprare una copia del  quotidiano  della nostra provincia per una notizia che lo avrebbe riguardato. 
Gli ho chiesto di cosa si trattasse ma lui mi ha risposto che era fuori con amici e non poteva parlare. Mi avrebbe spiegato l'indomani  a pranzo.
Il  suo  tono  di voce non era preoccupato,  anzi.... mi  sembrava più  sereno  del  solito e questo mi  ha tranquillizzata pensando che non sarebbe stato niente di grave!
"Una notizia che lo riguardava"..............Cosa cavolo poteva essere successo??
Mio  figlio è ormai un  uomo vicino  ai 40 e non ha mai avuto niente a che fare  con gente o  fatti poco chiari, è un professionista serio, un  grande sportivo di  arti marziali che pratica da quando aveva 5 anni (e questo mi lasciava pensare che,  se mai si fosse trovato in  mezzo  a qualche rissa, si sarebbe saputo difendere alla grande)
"Una notizia che lo riguardava"........................Forse una vincita al gratta e vinci! Ma,  conoscendolo, lo  avrei  sentito gridare dalla gioia e non  avrebbre resistito dalla voglia di comunicarmelo!
Un incidente con l'auto?... Ma se fosse stato mi  avrebbero  telefonato da qualche ospedale o sarebbero passati  i  carabinieri ad avvertirmi!
Insomma.. mille e mille pensieri mi sono passati per la mente,  così  ho  deciso di  aprire la pagina web del  quotidiano della provincia nella speranza di trovare qualcosa.
Una sola notizia che riguardava il  nostro paese: "Drammatico incendio in appartamento.  Donna rischia di morire intrappolata  dalla grata di ferro  della finestra........."
Ma che ci  azzecca?? ho pensato! 
Per il resto erano soltanto notizie di politica e sulla crisi e, a meno  che non si fosse candidato per qualche partito a mia insaputa, non sono proprio  riuscita a capire niente.  Non  mi  restava che aspettare il  31 mattina per andare in edicola ed acquistare il giornale,  cosa che ho  fatto appena qualche ora dopo il mio risveglio!
Una prima pagina dedicata a questo bruttissimo incendio sviluppatosi alle h  16 del giorno  prima a causa di  una scintilla partita dal camino mentre la proprietaria dell'appartamento,  una signora di 65 anni,  si  era addormentata sul  divano.  Svegliata dal forte odore di fumo si era rifugiata nella stanza da letto (unica stanza non ancora avvolta dalle fiamme), ma si era trovata intrappolata dalla grata posta a protezione della finestra non potendo avere così alcuna via di fuga e rischiando di restare carbonizzata.
Ho  pensato: "Povera donna!  Pensa che momenti drammatici deve aver passato"
Ma tutto ciò non mi portava a trarre alcuna delucidazione!
Finalmente arriva mio figlio e subito noto un'espressione diversa..di  serenità...di gioia...
Mi  abbraccia ed io subito gli dico che avevo comprato il giornale ma che non avevo  trovato nulla che lo riguardasse. Lui prende in mano il  quotidiano e, mostrandomi l'articolo di  quella brutta tragedia sfiorata con  l'incendio dell'appartamento, mi  dice che è stato  lui l'unico  a trovarsi  a passare davanti a quella finestra mentre si trovava a passeggiare con  i suoi  due cani e a raccogliere le grida d'aiuto della donna.
Mi  racconta i momenti drammatici vissuti nel  cercare di abbattere disperatamente quella maledetta grata insieme ad altri due ragazzi sopraggiunti quasi  subito, alla paura che tutto potesse esplodere in un attimo se le fiamme avessero raggiunto la caldaia del  gas, al  panico  che in  quel  momento non ti fa essere lucido e ti  annebbia la mente..................Mi  racconta, con gli  occhi lucidi di commozione , il  momento in cui un signore sopraggiunge con  un grosso piede di porco e a tutta la forza che hanno  dovuto mettere per abbattere l'inferriata che non voleva saperne di essere smantellata........Mi  mostra le sue braccia graffiate e le dita di una mano escoriate.........Mi racconta la paura di non potercela fare perchè  ormai le fiamme hanno raggiunto i mobili della stanza dove la donna si è  rifugiata e che loro tentano  di tenere a bada bagnando con  un grosso tubo d'acqua recuperato nel  giardino dell'abitazione.
Poi finalmente la protezione della finestra cede e la donna viene sollevata di peso e portata fuori correndo per almeno 20  metri...........un attimo prima che il letto,  che era alle sue spalle, si incendiasse.
Io  ascoltavo allibita! Pensavo a come una tranquilla passeggiata con i suoi  amati cani avrebbe potuto trasformarsi in  tragedia se non fossero riusciti a salvare la donna o  se ci fosse stata una esplosione di gas. Lo guardavo ed ero orgogliosa di lui,  del suo coraggio, della sua forza , dell'altruismo che lo ha sempre distinto.
Gli ho chiesto se avesse avuto paura e lui mi ha risposto che in quel momento non c'è posto per la paura.
Gli  ho  chiesto che però, malgrado tutto, notavo in  lui un'aria serena e gioiosa e lui mi ha risposto: "Non capita tutti i giorni di salvare la vita ad una persona!"