Giulia è una giovane donna di circa 42 anni che ho il piacere di conoscere da circa tre mesi, periodo in cui si è trasferita presso i nostri uffici che affittiamo in desksharing.
La vedo triste, pensierosa, cupa.
Scambiamo qualche chiacchiera nella pausa caffè e lei sente il bisogno di aprirsi, di confidarsi, forse perchè trova una donna più grande di lei e capisce che può essere ascoltata.
Separata, una bambina di dieci anni, un lavoro che durererà ancora un mese e poi niente più, il vuoto.
La sua azienda è in liquiidazione e lei è tra gli ultimi a lasciare il posto in quanto dirigente. Prima di lei altre ottanta persone se ne sono andate, giovani padri di famiglia e alcune sue giovani colleghe.
- Non so più cosa fare - mi dice
- ho inviato il mio curriculum a moltissime aziende ma nessuno ha risposto
- il mio ex marito non mi sta pagando gli alimenti perchè anche lui è rimasto senza lavoro
- ho mia figlia da seguitare a seguire cercando di non farle mancare nulla
- se non esce fuori qualcosa a breve non potro più neanche pagare l'affitto di casa
I suoi occhi si riempiono di lacrime, ma la sua dignità è grande e cerca subito di riprendersi aggiungendo un "speriamo bene".
Sono sempre di più le donne in queste condizioni. Donne che all'improvviso si trovano sole a dover affrontare la vita con mille problemi, donne separate, divorziate, con figli da seguire, una casa da mandare avanti e nessuno su cui appoggiare la propria testa per potersi sentire rassicurare in qualche modo, magari con una carezza o un sorriso.
Donne che si reinventano, che lottano senza demordere, donne che si adattano a nuove situazioni perchè quando ci sono i figli ogni lavoro è buono, anche quello di fare la cameriera in un bar o la collaboratrice domestica, donne che, come me, si trovano all'improvviso a vedersi ridurre le ore di lavoro e passare ad un contratto di sole tre ore al giorno (che neanche le colf romene affrontano un viaggio di due ore al giorno tra andare e tornare per lavorare soltanto 3 ore!!) ma va bene, perchè continuano ad esserci i contributi, la malattia, le ferie.....e poi la speranza che questo brutto periodo passi e si possa tornare a vivere nella normalità.
Donne uccise dai loro compagni ai quali avevano affidato la loro vita, la loro speranza di un futuro sereno, Donne calpestate, ferite, umiliate , giudicate..
Mai nessuno che si soffermi a pensare che il mondo esiste perchè siamo siamo noi a procreare, accudire, crescere e far diventare uomini queste bestie che in un attimo si sentiranno autorizzati a lasciarci sole, abbandonate e, magari, anche a toglierci la vita.
Ma noi continuiamo e continueremo la nostra lotta con la vita. I tempi cambiano, come cambiano le abitudini,
i periodi di crisi.... Noi seguiremo i nostri ritmi circadiali, come la notte segue il giorno..
Continueremo a crescere i nostri figli, a sperare e credere nell'amore, a tenderci una mano, ad accudire i nostri padri e le nostre madri quando le loro forze verranno meno, ma,soprattutto saremo quelle che continueranno a credere che qualcosa possa cambiare.
See you soon
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