"Alta Marea"

Era tutto pronto.  La macchina carica di oggetti da riportare nella vecchia casa dove mi sarei trasferita con  i  miei figli, le piante bagnate per non ritrovarle appassite al mio rientro, la mia collaboratrice domestica - quasi una persona di famiglia -  avvertita affinchè fosse disponibile con  i ragazzi per qualsiasi  evenienza,  anche se ormai  talmente grandi  da essere loro  a provvedere alle mie esigenze!

Una giornata di Dicembre freddissima. Soprattutto al  Nord,  dove vivevo in quel periodo.

Avrei  dovuto affrontare un viaggio  di quasi 700 km, ed i bollettini  del  traffico davano  nebbia per quasi tutta l'autostrada! Mio  fratello  mi chiamava in  continuazione per pregarmi di non partire quel giorno ma rimandare il viaggio , causa nebbia e ghiaccio, al  giorno  successivo  o  fino  a quando la situazione non fosse cambiata.

Ma io dovevo partire!! Ormai  avevo deciso e non potevo rimandare neanche  di un'ora. Era troppo importante!

Mi chiusi la porta alle spalle,  salii in macchina e non nascondo  di avere avuto  le gambe tremanti.

Cambiai tragitto nella speranza di non avere grandi problemi.  Anzichè prendere  l'autostrada per il  Sud mi spostai  verso  Nord per potermi immettere lungo il tratto autostradale che mi avrebbe portato verso il  mare, costeggiando la Liguria, la Toscana e il   Lazio cercando così di evitare la nebbia.

Man mano che mi allontanavo mi resi conto che avrei trovato il sole, le gambe smisero di tremare ed il  mio cuore riprese pian piano il battito normale. Accesi lo stereo e mi lasciai andare alla compagnia  della bellissima musica di Antonello  Venditti che,  con la sua stupenda "Alta Marea", mi  accompagnò per quasi tutto il  viaggio.

Cominciai a sentirmi  padrona della situazione e questo mi rese più sicura . Mi ritrovai  a canticchiare e, pian piano, una grande sensazione di libertà prendeva il sopravvento  su tutto!

In lontananza le montagne bianche di  neve risplendevano illuminate dal  sole mentre,  a tratti,  incominciavo a intravedere il  mare. Respiravo profondamente perchè sapevo  che ce l'avrei  fatta.  Avrei  riorganizzato la mia vita e quella dei  miei  figli e, nella speranza di giorni migliori, continuavo a schiacciare l'acceleratore della mia auto che, da lì  a poche ore, mi avrebbe riportata a casa.

Per non rischiare di viaggiare di  notte decisi di fermarmi a Livorno dove alloggiai  in un  piccolo  albergo. Una doccia,  la cena in camera, la televisione per le notizie del  tg,  la chiamata a casa - l'ennesima -  per sentire i ragazzi e tranquillizzarmi  che tutto andasse bene, l'orgoglio di rendermi  conto che avrei potuto farcela anche da sola.

L'indomani mattina ripresi il  viaggio con  tutta tranquillità. Era una giornata di sole e anche la temperatura più piacevole rispetto a quella del  giorno  precedente. Ripresi  il viaggio più  serena   perchè ormai sapevo che all'ora di pranzo sarei arrivata  a casa dove avrei  trovato  mia madre ad aspettarmi. Riascoltai "Alta Marea" per decine di volte ancora, fino  a trovarmi  a cantarla a squarcia gola. Ogni kilometro percorso in più era la gioia di ritrovare il calore della mia famiglia, la mia casa, i  miei oggetti, la pace per poter riflettere lontana dal  luogo in cui stavo vivendo la fine di un lungo percorso di  vita: la separazione da mio marito.