Dopo ore passate a tavola con i parenti, il desiderio di infilarsi il cappotto ed uscire per una passeggiata lungo le vie del paese, per piazzette e vicoli, alla riscoperta di quei luoghi ormai quasi disabitati dove i gatti vivono alla grande infischiandosene delle tante bottiglie piene d'acqua, lasciate fuori dalle porte di casa dai loro proprietari, per evitare forti ed insistenti odori con i quali questi animali amano segnare il loro territorio.
Il silenzio fa risaltare i miei passi e quelli di mia figlia che mi accompagna. E' bellissimo camminare per questi vicoli dove la storia rimane li, impressa nei portali di bugnato di vecchie abitazioni, dalle porte delle cantine chiuse con dei grossi catenacci da dove trapela il profumo della muffa e del vino che negli anni ha bagnato il pavimento di tufo lasciando un odore indelebile.
La parietaria cresce a grossi ciuffi da qualche crepa di antiche case e alcuni fili di plastica sono appesi fuori dalle finestre, da un'abitazione all'altra, corredati da una piccola carrucola che serve per farli scorrere quando si stende il bucato ad asciugare.
Qualche luminaria , un piccolo albero con delle palline colorate, dei Babbo Natale appesi alle finestre con il loro sacco di doni sulle spalle che sembra vogliano arrampicarsi lungo i muri.............
I nomi di questi vicoli sono strani e particolari: Vicolo della Tartaruga, P.zza Padella, Vicolo della Tramontana, Piazza Crocì, Vicolo della Viccinella, Vicolo Sciapparì e cosi via per decine di altri.
Mi sono soffermata davanti a piccole abitazioni nel ricordo di chi ci abitasse tanti anni fa, gente che ormai non c'è più, e case svendute a forestieri per poche migliaia di euro dai loro eredi perchè ormai ,vivere nei vicoli, non è più consono per le nuove generazioni.
"Vicolo del Forno Da Capo"...Il ricordo della fornaia che passava di notte a bussare nelle porte chiamando per nome e annunciando l'ora in cui sarebbe stato il suo turno per la cottura. Chiudo gli occhi e sento ancora il profumo del pane caldo.
Era così bello! Quelle viuzze dove le porte venivano lasciate aperte perchè nessuno si sarebbe permesso di entrare per rubare, il profumo della legna accatastata davanti agli usci come scorta per l'inverno, una vecchia sedia impagliata dove i vecchi della famiglia amavano sedersi a fumare la loro pipa e a scambiare quattro chiacchiere con i loro vicini in attesa che la minestra venisse servita a tavola.
La voce delle donne che chiamavano i loro figli o la loro vicina per scambiarsi qualche notizia o per chiedere in prestito un pezzo di pane o un bicchiere di sale che avrebbero poi restituito il giorno dopo.
Che nostalgia! C'è una grande energia in questi vicoli, un senso di pace e tranquillità, quasi a ricordo di ognuna delle famiglie che ci ha vissuto tramandando principi, usanze e tanta solidarietà, tipica della povertà che accumunava la gente di quel tempo....
See you soon
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