26 dicembre 2012

Alla riscoperta dei vicoli

Dopo ore passate a tavola con i parenti, il desiderio di infilarsi il cappotto ed uscire per una passeggiata lungo le vie del paese, per piazzette e vicoli, alla riscoperta di quei  luoghi ormai quasi disabitati dove i gatti vivono alla grande infischiandosene delle tante bottiglie piene d'acqua, lasciate fuori dalle porte di casa dai loro proprietari, per evitare forti ed insistenti  odori con  i quali  questi animali amano  segnare il  loro territorio.
Il  silenzio fa risaltare i miei passi e quelli  di mia figlia che mi accompagna. E'  bellissimo camminare per questi vicoli dove la storia rimane li, impressa nei  portali di bugnato di vecchie abitazioni, dalle porte delle cantine chiuse con  dei grossi  catenacci da dove trapela il profumo  della muffa e del  vino che negli  anni ha bagnato il pavimento di tufo lasciando un  odore indelebile.
La parietaria cresce a grossi ciuffi da qualche crepa di  antiche case e alcuni  fili  di plastica sono appesi  fuori dalle finestre, da un'abitazione all'altra, corredati  da una piccola carrucola che serve per farli  scorrere quando si stende il bucato ad asciugare.
Qualche luminaria , un piccolo albero con  delle palline colorate, dei  Babbo Natale appesi alle finestre con  il loro sacco di doni sulle spalle che sembra vogliano  arrampicarsi lungo i  muri.............
I nomi di questi  vicoli  sono  strani e particolari: Vicolo della Tartaruga, P.zza Padella, Vicolo della Tramontana, Piazza Crocì, Vicolo della Viccinella,  Vicolo Sciapparì e cosi via per decine di altri.
Mi sono  soffermata davanti a piccole abitazioni nel  ricordo di chi ci abitasse tanti anni fa, gente che ormai  non c'è più,  e case svendute a forestieri per poche migliaia di euro dai loro eredi perchè ormai ,vivere nei  vicoli, non è  più consono per le nuove generazioni.
"Vicolo  del Forno Da Capo"...Il ricordo della fornaia che passava di notte a bussare nelle porte chiamando per nome e annunciando l'ora in cui  sarebbe stato il suo turno per la cottura. Chiudo gli  occhi e sento ancora il profumo del pane caldo.
Era così bello! Quelle viuzze dove le porte venivano lasciate aperte perchè   nessuno si sarebbe permesso di entrare per rubare, il profumo della legna accatastata davanti agli usci come scorta per l'inverno, una vecchia sedia impagliata  dove i vecchi della famiglia amavano sedersi  a fumare la loro pipa e a scambiare quattro chiacchiere con  i  loro vicini in attesa che la minestra venisse servita a tavola. 
La voce delle donne che chiamavano i loro figli o la loro vicina per scambiarsi qualche notizia o per chiedere in prestito  un pezzo di pane o un bicchiere di sale che avrebbero poi restituito il  giorno  dopo.
Che nostalgia! C'è  una grande energia in questi vicoli, un senso  di pace e tranquillità, quasi a ricordo di  ognuna delle famiglie che ci ha vissuto tramandando principi, usanze e tanta solidarietà, tipica della  povertà che accumunava la gente di quel tempo....

See you soon



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