18 ottobre 2012

Scelta di vita o disperazione?

 


Durante una delle lunghissime code che faccio ogni  mattina per andare al  lavoro ho fatto una scoperta.
Quando  si lascia il GRA e si scende per immettersi sulla Flaminia percorrendo una piccola rampa di accesso, ci si trova in coda per un breve tratto e  questo  permette di guardarsi intorno e scoprire delle cose che, in  situazioni di traffico  normale, non verrebbero mai viste.
C'è un piccolissimo fazzoletto di prato, riparato da un  guard rail abbastanza alto, che è  diventato la casa di un giovane uomo. Lui vive lì. Quando lo vidi la prima volta erano circa le 8 di mattina del mese di Luglio e stava ancora dormendo adagiato sull'erba,  semplicemente,  senza alcun riparo. Pensai ad un barbone occasionale che,  visto il caldo torrido che ci  ha accompagnato per tutta l'estate, avesse trovato riparo in quel piccolo angolo di verde. Un pò come scegliere di dormire nel  giardino di casa in una notte di cielo  stellato!
Con  il passare dei giorni continuai  a vederlo ogni  mattina. Qualche volta dormiva,  altre volte era seduto e stava mangiando qualcosa. Intorno a lui niente. Non pezzi di  cartone dove potersi adagiare o ripararsi dal  fresco della notte, non borse di plastica piene di qualcosa.......niente!
Mi  sono chiesta infinite volte perchè in quel posto? Di solito queste persone scelgono di dormire sotto i  cavalcavia o trovare riparo sotto le pensiline delle stazioni, e  lì ce ne sono tante visto che è vicinissimo alla stazione centrale dei pulman e alle varie stazioni del  treno  metropolitano! Invece no! Il  suo giaciglio è la terra, e l'unico riparo dalla pioggia che potrebbe avere  è un piccolo ponte che si trova sotto il  cavalcavia del  GRA.
Sono passati alcuni  mesi, è  arrivato l'autunno e con  esso le forti pioggie di questi ultimi giorni.Non pensavo neanche più di guardare al  di là del  guard rail per vedere se quell'uomo ci fosse ancora. Davo per scontato che avesse cambiato posto, spostandosi in un luogo più  riparato dalle intemperie, ma ieri mattina lui era ancora lì, in un sacco a pelo, con la testa coperta dal cappuccio di un kway blu e stava mangiando qualcosa.................Mi sono sentita stringere il cuore! Cosa si fa in queste situazioni? Possibile che un essere umano si debba  ridurre a vivere così, come un topo in mezzo al  fango, senza niente e nessuno che lo aiuti a riconquistare la sua dignità di uomo!
 
homelessness

 


 
Il primo pensiero è stato quello di fargli  trovare lì una tenda da campeggio che potesse almeno ripararlo dall'umidità  della notte, poi ho pensato di segnalare ai  vigili o al parroco di una chiesa vicino al mio ufficio questa situazione affinchè qualcuno si muova a compassione e possa aiutarlo con  un riparo più confortevole...............ma se invece fosse una sua scelta di vita? Se non volesse essere aiutato da alcuno?
Il  fatto è che lui è  ancora lì! Stamane ho  viaggiato con  il  pulman e dall'alto del  finestrino ho visto meglio "la sua casa".  Un telo blu di plastica  che copre qualcosa, forse il suo sacco a pelo, e lui in piedi con addosso il suo kwai blu con il cappuccio in testa, un bastone sulle spalle con infilato un sacchetto di plastica, magro e alto, che si accingeva a scavalcare il guard rail per andare incontro ad un nuovo giorno.........
 

Nessun commento:

Posta un commento